Relazione tra percezione dei disturbi alimentari e profilo psicosociale in adolescenti che abbandonano la scuola
L’adolescenza è un periodo di importanti cambiamenti: biologici, cognitivi e sociali. Aumenta inoltre la probabilità di mettere in atto comportamenti a rischio che possono favorire lo sviluppo, in età adulta, di alcune patologie. I disturbi della condotta alimentare (DCA) possono essere influenzati da diversi fattori individuali, tra i quali il contesto sociale, lo stato emotivo e il funzionamento cognitivo, che negli adolescenti possono risultare instabili proprio a causa dei numerosi cambiamenti che si trovano a vivere. I disturbi più frequenti sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa ed il disturbo da alimentazione incontrollata, con prevalenza nella popolazione femminile. I DCA sembrano essere strettamente legati all’autostima, a sua volta correlata con l’immagine corporea.
Uno studio, condotto per verificare la relazione tra le diverse dimensioni della qualità della vita correlata alla salute auto-riferita e la percezione del benessere con i disturbi della condotta alimentare. È quanto dimostrato dallo studio, condotto dai ricercatori dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR nell’ambito del Progetto AVATAR Dropout e pubblicato su Journal of Eating Disorders con il coinvolgimento di 450 adolescenti, tra 18 e 21 anni, che hanno abbandonato il percorso scolastico.
Come sottolinea la Dr.ssa Maria Francesca Lodovica Lazzeri i risultati hanno dimostrato un’associazione generale tra i disturbi alimentari e la qualità della vita correlata alla salute e la percezione del benessere in generale. La presenza di DCA, più nello specifico, è correlata ad una compromissione del benessere fisico e psicologico, dell’umore e della percezione di sé. Se generalmente la frequenza maggiore si ha nella popolazione femminile, questo confronto di genere diventa nullo quando si va ad analizzare la relazione con le dimensioni del benessere. I disturbi alimentari, inoltre, rappresentano una categoria molto spesso sotto-diagnosticata e non sempre facile da riconoscere precocemente.
Lo studio evidenzia quindi la necessità di un monitoraggio a lungo termine per valutare se questi disturbi permangono nel tempo e di interventi precoci per individuare i soggetti a rischio. Evidenzia inoltre la necessità di interventi mirati ad aumentare l’autostima degli adolescenti, compromessa nei ragazzi che abbandonano la scuola e considerata un fattore predittivo dei disturbi alimentari.
Saranno pertanto necessarie future ricerche per chiarire la natura dei disturbi alimentari negli adolescenti che abbandonano la scuola anche nell’ottica di valutare se tali alterazioni potrebbero rappresentare addirittura un fattore predittivo.