La complessa relazione tra peso corporeo, qualità di vita e comportamenti a rischio negli adolescenti
Gli importanti cambiamenti che avvengono in adolescenza possono predisporre i giovani a modelli comportamentali capaci di rappresentare possibili fattori di rischio per lo sviluppo di malattie. Tra i fattori in grado di influenzare la percezione di salute e benessere troviamo il peso corporeo. Più nel dettaglio è stato dimostrato che se il sovrappeso è associato ad un aumento del rischio di problemi psicologici, emotivi e sociali, il sottopeso, soprattutto nel sesso femminile, è associato ad un aumento della percezione di benessere che permette il mantenimento di comportamenti non salutari.
Proprio in questo contesto, è stato condotto nell’ambito del Progetto AVATAR uno studio al fine di verificare la relazione tra le diverse dimensioni della qualità della vita correlata alla salute , lo stato ponderale ed i comportamenti a rischio e pubblicato sulla rivista Nutrients con il coinvolgimento di 1826 adolescenti italiani.
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Relazione tra percezione dei disturbi alimentari e profilo psicosociale in adolescenti che abbandonano la scuola
L’adolescenza è un periodo di importanti cambiamenti: biologici, cognitivi e sociali. Aumenta inoltre la probabilità di mettere in atto comportamenti a rischio che possono favorire lo sviluppo, in età adulta, di alcune patologie. I disturbi della condotta alimentare (DCA) possono essere influenzati da diversi fattori individuali, tra i quali il contesto sociale, lo stato emotivo e il funzionamento cognitivo, che negli adolescenti possono risultare instabili proprio a causa dei numerosi cambiamenti che si trovano a vivere. I disturbi più frequenti sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa ed il disturbo da alimentazione incontrollata, con prevalenza nella popolazione femminile. I DCA sembrano essere strettamente legati all’autostima, a sua volta correlata con l’immagine corporea.
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L'impatto dei comportamenti non salutari sull'indice di benessere personalizzato in un campione di adolescenti che hanno abbandonato la scuola
Il contesto sociale ad oggi risulta l’aspetto più importante nella vita di un adolescente. All’interno di questo contesto sono da inserirsi l’ambiente scolastico, le relazioni familiari, in particolare con i genitori e le relazioni con i pari. La messa in atto di comportamenti a rischio, in cui rientrano il consumo di alcol ed altre sostanze di abuso, il tabacco, l’uso/abuso di Internet e dei social media nonché il sesso non protetto, molto spesso è responsabile della compromissione di questi rapporti, non per niente le richieste da parte di adolescenti di specialisti quali psicologi e psichiatri è in notevole aumento. L’incertezza e l’instabilità che derivano da questi fattori potrebbe essere quindi responsabile di un fenomeno in crescita: l’abbandono scolastico prima del conseguimento di una qualifica minima. Scelta che sembrerebbe essere inoltre correlata con un minore stato di salute in età adulta.
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Insegnanti e benessere
Gli insegnanti sono una categoria più soggetta a disturbi mentali rispetto ad altri lavorati. In particolare, durante la pandemia COVID-19, negli insegnanti è stato riconosciuto un aumento delle malattie mentali, dei livelli di stress e del rischio di burnout simile a quello riscontrato negli operatori sanitari. Gli insegnanti inoltre presentano altri rischi legati alla salute quali ad esempio, disturbi muscoloscheletrici e posturali e disfunzioni legate alla voce.
Il periodo di chiusura delle scuole ha rappresentato per questa categoria professionale una sfida importante, caratterizzata anche da importanti cambiamenti delle interazioni sociali e dall’isolamento forzato. L’obiettivo principale è stato quello di garantire una continuità dell’insegnamento adeguata definendo nuove strategie educative.
Uno studio, condotto per esplorare la percezione del benessere in un gruppo di insegnanti italiani durante la chiusura delle scuole a causa dell’emergenza COVID-19. È quanto dimostrato dallo studio, condotto dai ricercatori dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR nell’ambito del Progetto AVATAR-Insegnanti e pubblicato su WORK con il coinvolgimento di 838 insegnanti impiegati nelle scuole pubbliche della Regione Friuli Venezia Giulia.
È stato dimostrato che le insegnanti donne riportano in media sintomi depressivi, livelli di ansia, reazione allo stress e percezione dello stress più elevati rispetto ai colleghi maschi. Questi ultimi in generale hanno riportato un indice di benessere maggiore. Inoltre chi aveva avuto un familiare positivo al COVID-19 mostrava un aumento di ansia, salute in generale e vitalità. Chi lo aveva contratto direttamente, al contrario, mostrava una riduzione della percezione del proprio stato di salute.
Pertanto, come sottolinea la Dr.ssa Mastorci, lo studio evidenzia le difficoltà psicologiche emerse durante la formazione a distanza, sottolineando la necessità di investire nella prevenzione e nella promozione del benessere in questa categoria professionale. Nuove evidenze scientifiche hanno messo, inoltre, in evidenza una stretta correlazione tra il benessere dei docenti e quello dei loro alunni. Sicuramente altri studi futuri saranno necessari per fare ulteriore chiarezza su questa associazione.
Qualità della vita e peso corporeo negli adolescenti: una relazione pericolosa!
L’adolescenza è un periodo caratterizzato da importanti cambiamenti fisici e comportamentali, spesso associati ad alterazioni emozionali, sociali e cognitive. Molti ragazzi sperimentano il passaggio all’età adulta potenziando i processi di resilienza, altri riportano un’aumentata vulnerabilità psicosociale, che si concretizza in alterate relazioni con la famiglia, con i coetanei, minando l’autostima e la percezione di sé nel breve e lungo termine.
Tra i diversi fattori che potrebbero contribuire ad aumentare tale vulnerabilità, il peso corporeo, inteso in tutte le sue accezioni, dal sottopeso fino all’obesità grave, gioca un ruolo chiave con rilevanti impatti fisici e sociali. Se l’obesità è stata ampiamente associata a bassi livelli di benessere percepito e scarsa qualità di vita, poche ricerche si sono focalizzate sul legame tra sottopeso e benessere.
Uno studio, condotto per verificare il ruolo delle diverse categorie dell’indice di massa corporea sulla qualità della vita correlata alla salute, ha messo in evidenza come l’essere sottopeso sia associato ad un maggior benessere percepito, rispetto ad appartenere ad altre categorie (normopeso, rischio di obesità e obesità grave). E’ quanto dimostrato dallo studio, condotto dai ricercatori dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR nell’ambito del Progetto AVATAR e pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health con il coinvolgimento di 1700 adolescenti afferenti a 10 Istituti Comprensivi italiani.
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Effetti del lockdown sul benessere degli adolescenti
L'epidemia di COVID-19 ha rappresentato un'esperienza unica di isolamento sociale e confinamento spaziale, che ha coinvolto e coinvolge milioni di persone di diversa età, cultura e contesto sociale, provocando cambiamenti, rapidi ed imprevisti nella quotidianità di ognuno di noi. E se fino al dicembre 2019 l’isolamento sociale rappresentava la forma massima di stress replicabile nei laboratori di tutto il mondo, dal marzo 2020 ci troviamo a vivere nel più grande, forse, esperimento che la Storia potesse ideare, dove ogni individuo di qualunque parte del mondo veste suo malgrado i panni di “cavia”!
Questo è quanto mai vero per bambini e adolescenti che si sono trovati ad essere deprivati del “mondo sociale” che più che per chiunque altro rappresenta la linfa vitale, responsabile dello sviluppo dell’identità emotiva, culturale, affettiva. Dopo l’età infantile, caratterizzata dalla protezione familiare, è necessaria una “rivoluzione” che proviene dall’interno, la chiamata verso il nuovo, il passionale e l’imprudente, che solo il contesto sociale può dare e che il COVID-19 ha interrotto bruscamente.
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Indice di benessere: un nuovo parametro personalizzato ed integrato del benessere dell’adolescente
L’adolescenza è un periodo della vita umana del tutto singolare, caratterizzato dal difficile equilibrio tra potenzialità ancora inespresse e fragilità. Sebbene sia difficile da definire sinteticamente, è possibile immaginare l’adolescenza come uno spazio che permette di accedere all’età adulta. Questo passaggio attivo verso l’età adulta e la strutturazione di una modalità di funzionamento affettivo, cognitivo, e relazionale che rimarranno sostanzialmente stabili nel resto della vita, sono possibili grazie alla maturazione dei sistemi neurobiologici che danno vita alle transizioni psicologiche oltreché fisiche. Nell’adolescenza vengono scolpite alcune competenze a discapito di altre e tutto questo la rende un periodo di straordinaria ricchezza e potenzialità. Promuovere il benessere, implica pertanto un lavoro su comportamenti e competenze di natura affettiva, cognitiva e relazionale che aiutano a fronteggiare questo periodo di massima vulnerabilità e mutamenti, attraverso non solo azioni dirette a rinforzare le capacità dei singoli, ma anche azioni mirate a modificarne il contesto sociale.
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La piattaforma AVATAR: dall’acquisizione del dato al risultato in tempo reale
La piattaforma multimediale AVATAR, sviluppata dai ricercatori dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR è finalizzata alla promozione del benessere dei giovani tramite un’attenta attività di rilevazione e monitoraggio di elementi atti a delineare i profili di Istituto, di Plesso, di Classe fino ad arrivare a quello individuale. Profili che come potrebbero consentire - se tenuti in considerazione nella pianificazione dell’attività scolastica, educativa e didattica - l’elaborazione di percorsi formativi personalizzati e di sviluppo, di orientamento, come anche la valutazione dell’impatto delle azioni poste in campo dalla scuola stessa. AVATAR è un portale che unisce la ricerca, per definire i fattori che concorrono alla determinazione del benessere anche in relazione alla prevenzione primordiale, alla didattica per promuovere un modello di sostegno all’autonoma progettazione delle scuole e alla formazione, rivolta a docenti, genitori e alunni. Come da subito sottolineato dal responsabile del progetto, il Dr. Alessandro Pingitore, “… la collaborazione tra Ricerca e Scuola diventa in AVATAR elemento caratterizzante, rendendolo uno strumento per la definizione di un modello condiviso di educazione alla salute, sia a livello nazionale, sia a livello di territorio… con la volontà di far uscire la ricerca dai tradizionali schemi dei progetti e portarla a servizio della Società, in questo caso scolastica, ma non solo…”
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La relazione tra i fattori che influenzano il benessere: l’importanza dell’integrazione del dato
L’integrazione del dato consente di valutare la relazione tra le variabili che influenzano lo stato di benessere dell’adolescente, che altrimenti resterebbero l’una scorporata dall’alta e pertanto difficili da modificare e modulare secondo l’approccio sistemico promosso dal MIUR e applicato in AVATAR. Nello studio pubblicato sulla rivista scientifica Health Qual Life Outcomes, i ricercatori del Gruppo AVATAR hanno dimostrato come tra le quattro aree analizzate - Stile di Vita, Contesto Sociale, Stato Emotivo, Abilità Mentali - le relazioni più forti si creavano tra il Contesto Sociale, lo Stile di Vita e lo Stato Emotivo, lasciando fuori da questa nuvola di integrazione l’aspetto più prettamente cognitivo. In altre parole, gli adolescenti non identificano il loro benessere con il rendimento scolastico! Anzi, un’analisi ancor più dettagliata ha rivelato che è proprio il Contesto Sociale, nelle figure della scuola, della famiglia e dei pari, a regolare il tutto, come se da lui dipendesse l’emotività, il senso del sé, e la percezione di Salute degli adolescenti! Questo è probabilmente vero per ognuno di noi, ma quanto mai lo è per i ragazzi e non a caso si parla di “social brain”, a sugellare il ruolo chiave dell’Ambiente, inteso nella sua accezione più ampia, e dei suoi stimoli, nel plasmare il neurosviluppo dell’adolescente.
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Menarca e qualità della vita: una relazione pericolosa
Negli ultimi anni, la qualità della vita correlata alla Salute ha suscitato l'interesse della Comunità scientifica, integrando misure somatiche come la morbilità e la mortalità, con quelle più prettamente psicosociali. La qualità della vita viene ad essere una misura multidimensionale, definita come la soddisfazione o la felicità di un individuo nei vari domini che influenzano o sono influenzati dalla Salute. In questo contesto, i dati inerenti alla qualità della vita nei bambini e negli adolescenti è stata a lungo sottovalutata rispetto a quella degli adulti. Dai pochi risultati presenti, quello che si evince è che le femmine hanno una scarsa percezione della propria Salute rispetto ai maschi, un livello inferiore di soddisfazione della vita nell’ambito psicosociale e una maggiore frequenza di sintomi somatici. La differenza di genere, ad esempio nella predisposizione alla sintomatologia depressiva in età adulta nella donna rispetto all’uomo, trova il suo esordio proprio durante l’adolescenza, sebbene tale condizione venga trascurata nei programmi di prevenzione.
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