L'impatto dei comportamenti non salutari sull'indice di benessere personalizzato in un campione di adolescenti che hanno abbandonato la scuola
Il contesto sociale ad oggi risulta l’aspetto più importante nella vita di un adolescente. All’interno di questo contesto sono da inserirsi l’ambiente scolastico, le relazioni familiari, in particolare con i genitori e le relazioni con i pari. La messa in atto di comportamenti a rischio, in cui rientrano il consumo di alcol ed altre sostanze di abuso, il tabacco, l’uso/abuso di Internet e dei social media nonché il sesso non protetto, molto spesso è responsabile della compromissione di questi rapporti, non per niente le richieste da parte di adolescenti di specialisti quali psicologi e psichiatri è in notevole aumento. L’incertezza e l’instabilità che derivano da questi fattori potrebbe essere quindi responsabile di un fenomeno in crescita: l’abbandono scolastico prima del conseguimento di una qualifica minima. Scelta che sembrerebbe essere inoltre correlata con un minore stato di salute in età adulta.
Uno studio, condotto per verificare se eventuali comportamenti a rischio siano in grado di andare a modificare la percezione del benessere negli adolescenti. È quanto dimostrato dallo studio, condotto dai ricercatori dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR nell’ambito del Progetto AVATAR Dropout e pubblicato su Children con il coinvolgimento di 450 adolescenti, tra 18 e 21 anni, che hanno abbandonato il percorso scolastico.
È stato dimostrato quindi come il benessere percepito sia di fatto influenzato dai comportamenti a rischio. In particolare i disturbi alimentari, la dipendenza dai social e l’uso di psicofarmaci impattano sullo stato emotivo ed il benessere percepito. L’uso di cannabis e l’uso di psicofarmaci impattano con il contesto sociale, in particolare il contesto sociale migliora in caso di non assunzione di sostanze. L’attività sessuale infine migliora invece le abitudini di vita. Tra le variabili del contesto sociale l'ambiente familiare, in particolare, sembra influenzare le abitudini alimentari e l'evoluzione di un eventuale comportamento disturbato. Il funzionamento della famiglia, la comunicazione ed il supporto sono correlati ai comportamenti a rischio, soprattutto a causa del cambiamento delle dinamiche familiari. Questo implica un collegamento tra un ambiente familiare povero e disturbi alimentari; la coesione familiare, al contrario, è protettiva. Inoltre, i pasti in famiglia possono promuovere un modello di comportamenti alimentari sani e creare una comunicazione di coesione, sviluppando quindi, secondo il nostro approccio, una migliore percezione del benessere.
Pertanto, come sottolinea la Dr.ssa Lazzeri, lo studio evidenzia la necessità di utilizzare un modello non più basato sulla malattia, ma sulla prevenzione, intesa come educazione preventiva per il benessere psicosociale, definendo strategie non soltanto preventive, ma anche di promozione della salute in una categoria più vulnerabile.